Malato terminale affida alle onde del mare, il suo inno d'amore alla Calabria.

Altro che Facebook. Nell’era dei social, il messaggio d’amore viaggia tra le onde, racchiuso in una bottiglia di vetro con il tappo in sughero.

E sulla costa tirrenica della Calabria approda una lettera rigorosamente scritta a mano, sospinta dalle onde in mare aperto.

“L’ho recuperata mentre mi trovavo in barca, “confessa Giuseppe“.

Ma non finisce qui. Perché leggerla appare un’impresa. “Che lingua è?” ci si chiede.

E il responso non tarda ad arrivare: la lettera è scritta in tedesco e veicola l’amore  di un uomo di nome “Thomas” per la Calabria.

Le persone normali sentono con il cuore. Io sento con le viscere esordisce la lettera.

“Può darsi che le mie emozioni siano rudi, primitive, radicali, ma non posso farci niente: provengono da lì e da nessun’altra parte”.

“Con il desiderio che io possa tornare a trovarti per almeno una seconda volta, “mia amata, emozionante, magnifica e sorprendente Calabria“, malgrado la malattia incurabile che mi concederà di vivere ancora per molto poco tempo”.

Un desiderio affidato al mare, come si faceva un tempo, prima che la piazza virtuale di Facebook monopolizzasse auspici e pensieri in libertà.

Da dove arriva la lettera? Quasi certamente ha compiuto un tragitto breve.

Il mare restituisce ogni cosa, spiegano i pescatori, non sorprendendosi per il ritrovamento singolare.

Ma persone come Thomas, evidentemente non rinunciano al fascino senza tempo del messaggio in bottiglia.

Ben sigillata, assai più di una bacheca di Facebook.

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